Resegone online Bulciago, 03 settembre 2014 – Dalla missione alla pastorale giovanile, Bulciago accoglie Marco e Maida
La giovane coppia con tre figli, con un passato in Perù con l’Operazione Mato Grosso, si occuperanno dei giovani della parrocchia.
Domenica 31 agosto alle ore 15 Marco e Maida assieme alle loro tre figlie Martina, Margherita e Beatrice, si sono trasferiti da Monza a Bulciago, nell’appartamento occupato precedentemente dalle Suore Preziosine nella Scuola Materna del Sacro Cuore di Bulciago.
Una giovane coppia di 38 anni conosciutasi sin tempi dell’università frequentando il corso triennale per infermieri e convolati successivamente alle nozze, con un passato ricco di esperienze nel gruppo “Operazione Mato Grosso”, che nel 2004 dopo solo due mesi dal matrimonio, hanno deciso di mettere a disposizione dei più bisognosi la loro esperienza e la loro vita, andando in missione in Perù nella “Casa Don Bosco” di Yungay.
La loro vita si è subito fusa e condivisa con tutte le persone che hanno conosciuto e durante i dieci anni di permanenza, sono nate le loro tre figlie Martina di 9 anni, Margherita di 6 e Beatrice di 4. Moltissimi i progetti portati a compimento durante questi fecondi anni: Internato per circa una trentina di ragazzi che frequentavano la scuola secondaria e la specializzazione in falegnameria, Assistenza sanitaria gratuita a tutti coloro che si presentavano, al riguardo occorre segnalare che in Perù questo tipo di servizio era fornito solo a pagamento, Costruzione di case e alloggi per famiglie povere e bisognose, Animazione e formazione dei ragazzi e dei giovani, Apertura di una scuola e di un asilo per ragazzi e ragazze dai 3 ai 16 anni, comprendente le sezioni scuola materna, primaria e secondaria, Creazione di posti di lavoro per gli alunni frequentanti la scuola di falegnameria, che formata la propria famiglia, continuavano a lavorare in comunità nella “Casa Don Bosco”.
Il metodo educativo è quello di Don Bosco, dove l’educatore è un individuo consacrato al bene dei suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine, che è la civile, morale, scientifica educazione dei suoi allievi.
Il pensiero di Marco e Maida è in sintesi espresso in questa frase: “L’educazione più che un tipo di lavoro, è quasi una forma di vita, poiché non produce cose materiali, ma costruisce persone dotate di progetti, idee, certezze, speranze, anima. All’educatore si richiederà allora non solo competenza pedagogica e capacità relazionali costruttive (come fare per), ma una precisa identità (come essere per).”
Al centro del sistema si colloca il giovane e le sue aspirazioni; al suo fianco però disponibile a porsi totalmente e lealmente dalla sua parte sta l’educatore. Pertanto l’educatore diventa coeducazione: non tanto nel senso di educazione reciproca, a doppio senso, tra adulto e giovane, quanto nel senso che sono chiamati a partecipare entrambi alla comune opera educativa. I giovani da destinatari di un servizio educativo, diventano alleati, partners, compagni di viaggio, collaboratori degli educatori, anzi, come scrive Don Bosco, i loro padroni. E’ questo lo stile che Marco e Maida hanno sempre condiviso e attuato e che seguiranno anche nella nostra comunità pastorale.
Una caratteristica di Marco e Maida è quella di non dividere la loro vita tra il privato e il sociale, ma anzi, unirle e fonderle come è successo nei dieci anni trascorsi in missione, aprendo la loro casa all’ascolto dei giovani, con una dimensione religiosa della vita che non sempre è facile carpire. La loro volontà di porsi a disposizione della nostra Diocesi, ha trovato subito il riscontro positivo da parte di Don Antonio Novazzi, responsabile della pastorale missionaria ambrosiana, da Mons. Bressan e da Mons. Delpini che hanno avallato questo esperimento, il primo nella nostra Arcidiocesi.
Una sfida siamo certi che Marco e Maida riusciranno a superare, collaborando con il parroco nel progetto di pastorale giovanile unitario, vivendo insieme ai ragazzi, proponendo l’oratorio come momento di aggregazione per vivere con più impegno e coscienza, motivati dall’azione spirituale, non richiudendosi in se stessi ma continuando ad annunciare il Vangelo. Per loro la consegna cristiana dell’apostolato costituisce lo sviluppo più alto della vocazione naturale al bene comune, che rende più valido, più motivato, più nobile e più generoso il loro impegno.
La preoccupazione principale della Comunità Parrocchiale è quella di investire in formazione, per far maturare le disponibilità educative, stimolare al servizio e sostenere la crescita del volontariato. Ogni servizio è vissuto con autentico spirito ecclesiale, nella gratuità e nella generosità che scaturisce solo da un profondo ed autentico rapporto col Signore.
Marco e Maida condividendo il pensiero di Don Bosco, ricordano che “l’educazione è cosa del cuore e che solo Dio ne è il padrone e noi non potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in mano le chiavi”.
“La nostra Comunità Pastorale ha scelto d’investire tempi ed energie sui giovani, perché è lì che si gioca il futuro e la continuità della fede cristiana. In un ambiente sociale secolarizzato e multietnico è un’urgenza quella di educare e trasmettere, attraverso la testimonianza, una fede adulta e in continua ricerca che diventi passione missionaria”. Maurizio Villa