27 giugno 2015, Bollate
INTERVENTO MONS.DELPINI. VERSIONE PDF (rivisto dall’autore)
Alcune parole chiave e riflessioni emerse durante l’incontro:
IL GRUPPO: INCONTRO DI FAMIGLIE E PRETI E NON SOLO… Sono emersi diversi aspetti e considerazioni. Il Gruppo come:
– luogo di incontro tra preti e famiglie, di scambio di vissuti, di sostegno reciproco, di rielaborazione; come luogo in cui crescere e maturare insieme,
– occasione di ascolto e di confronto con la Chiesa e la Diocesi attraverso l’incontro con i Vicari di zona, attraverso momenti di riflessione strutturata, nell’accompagnamento da parte del Servizio per la Famiglia e dell’Ufficio Missionario,
– opportunità per vivere la propria esperienza in parrocchia non come esperienza privata e autocostruita ma come esperienza da condividere e costruire con la Chiesa e da ‘restituire’ fin da subito in una dimensione comunitaria,
– luogo dove discernere insieme i segni dello Spirito e a definire meglio le istanze che l’esperienza delle famiglia in parrocchia suscita nella Chiesa, nelle comunità parrocchiali, nelle singole coppie e famiglie. Un lavoro di discernimento di questa realtà che vorremmo si traducesse in cammini di formazione e indicazioni per le nuove esperienze in avvio e in un dialogo con le altre esperienze in Italia.
PERCORSI, CAMMINI, APPARTENZE DIVERSE MA LO STESSO DESIDERIO DI SERVIZIO DELLA CHIESA LOCALE. Veniamo da percorsi ecclesiali diversi: chi dalle parrocchie, chi dal percorso missionario, chi da movimenti ecclesiali, chi da istituti religiosi. …Un aspetto che viviamo non come un limite ma come una grande ricchezza. Vediamo emergere questa ricchezza in:
– un clima di scambio fraterno: sentiamo che abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri,
– ‘essere Chiesa’: abbiamo la percezione che la cifra comune tra noi sia uno stesso amore per l’ascolto della Parola e per l’annuncio del Vangelo unito alla una consapevolezza di aver ‘molto ricevuto’. Ritrovarci è un modo per ‘annunciarci il Vangelo’ l’un l’altro, questa consapevolezza sta costruendo delle buone relazioni tra noi,
– uno stesso desiderio di servizio per la Chiesa locale,
– la convinzione che l’esperienza che stiamo vivendo in parrocchia interpella la Chiesa e contribuire ad esprimere un’immagine ed un volto di Chiesa più fraterno e missionario.
TRA LA GENTE. In molti modi è emersa questa passione per quella che chiamiamo la “pastorale della cipolla”, per un modo di farci prossimi alle altre famiglie nel quotidiano, di poter portare l’annuncio del Vangelo dentro la vita della gente, tra le case, nelle vicende di ogni giorno; un modo di essere vicini con autenticità, con i propri limiti e le proprie fragilità di famiglia.
Intuiamo che molto del nostro ruolo è nel costruire e offrire –in un mondo frammentato e frammentario – buone e autentiche relazioni, nel creare ponti tra famiglie, tra preti e famiglie, tra le persone della parrocchia, con chi invece è lontano o indifferente.
Alcune espressioni usate durante l’incontro: fare rete, costruire ponti, costruire comunità, radicarci nel territorio, ‘essere catalizzatore’ di rapporti e relazioni.
CON I PRETI. Il rapporto con i preti è un elemento su cui la riflessione è ancora da approfondire. Certamente nel rapporto prete/famiglia vediamo:
– la bellezza della condivisione con i preti a tutti i livelli : nella preghiera comune, nella condivisione della Parola, nella corresponsabilità pastorale, nella condivisione della vita. E’ una cosa che fa “star bene”, è fonte di grande crescita personale e spirituale sia per il prete che per la famiglia e, dove c’è, irraggia in maniera positiva anche la comunità parrocchiale. E’ un segno di comunione visibile,
– la dimensione fraterna dice l’immagine di una Chiesa dove le Vocazioni dell’ordine e del matrimonio, complementari e necessarie, si alimentano e si arricchiscono vicendevolmente,
– aiuta a non sentici “super-operatori pastorali”, a sentirci parte di un’equipe, a leggere il nostro operato come il frutto di un cammino fatto insieme ad altri, modellato dalle relazioni e dello scambio tra prete e coppia, non come l’espressione delle nostre personali capacità.
UN DIVERSO RUOLO PASTORALE DELLA FAMIGLIA.
La famiglia come:
– soggetto (e non oggetto) di pastorale, come soggetto di annuncio che dice con la sua vita come Gesù può permeare il quotidiano; la famiglia come luogo di “cultura” dove quotidianamente declinare -nei gesti di ogni giorno- l’incontro con Gesù,
– operatore pastorale che può aiutare la Chiesa a capire i desideri, i bisogni, le domande della gente, a radicare nuovamente la Chiesa nella realtà.
La famiglia che vive in parrocchia come:
– opportunità per chi è lontano di tornare ad esprimere le domande esistenziali che sembrano oggi dimenticate. Come riferimento nuovo per chi sente i preti e la parrocchia lontani dalla propria esperienza,
– stimolo all’impegno dei laici, alla corresponsabilità, a giocare appieno il proprio ruolo di battezzati; come invito alle coppie di sposi a rileggere la propria esperienza matrimoniale e a riscoprire la propria “vocazione nella vocazione”,
– invito alle comunità parrocchiali a riscoprire proposte pastorali “formato famiglia” e a star vicini alle famiglie in ogni stagione della vita anche quando non si è vincolati ai percorsi di preparazione al matrimonio o alla catechesi dei figli.