…si può pensare alla relazione tra Ordine e Matrimonio in termini di complementarietà che diviene reciprocità, poiché le due specificità non solo si completano, ma trovano l’una nell’altra un più pieno significato della propria identità.
A Cavriglia (AR) un’antica pieve ospita una famiglia ed un parroco che vivono in una dimensione di fraternità e scambio vocazionale. Nel tempo molti altri, piccoli e grandi, hanno abitato la canonica con loro.
“La parrocchia di Cavriglia è tra le più “difficili” della Diocesi: difficili relazioni culturali tra la società civile e la fede cattolica, pochissima storia religiosa e comunque partecipazione attiva alla vita di fede che non arriva al dieci per cento della popolazione. Però le politiche comunali hanno permesso una grande costruzione di case nuove che nell’arco di pochi anni hanno portato al cambiamento sostanziale della popolazione e delle sue aspettative. Dare un volto familiare alla parrocchia può essere di grande aiuto, per avvicinare una comunità che è fatta soprattutto di famiglie, spesso senza una rete parentale o amicale consolidata.”
LA STORIA | L’ICONA CHE HANNO SCELTO PER NOI | IL PROGETTO PARROCCHIA FAMIGLIA
Abbiamo chiesto ad Alessandra, Samuele e don Maurizio di scrivere per noi una testimonianza della loro esperienza di accoglienza in parrocchia. Un’esperienza solo parzialmente progettata ma che ha dato ricchezza alla vita della Fraternità. Pubblichiamo qui sotto il testo con un grande ringraziamento per il tempo speso per noi e per la loro amicizia.
Abbiamo iniziato il nostro percorso di convivenza 12 anni fa. E in quel momento non avevamo messo a tema la possibilità di essere una fraternità accogliente, anche se siamo stati fin da subito disponibili ad accogliere ciò che saremo stati o ciò che avremo fatto insieme, come proposte dello Spirito.
Abbiamo iniziato la nostra vita di fraternità nella convinzione che il “vivere accanto” Ordine e Matrimonio poteva essere una ricchezza per noi e per gli altri, per la comunità parrocchiale dove andavamo a vivere ma anche per tutti coloro che avremmo incrociato nella vita.
Non abbiamo mai escluso la possibilità di essere famiglia allargata, ma non avevamo nessun progetto in particolare.
Nei primi anni ci siamo proposti per seguire fidanzati e coppie in cammino e non ci sono mancate occasioni per camminare accanto a loro.
Dopo pochi anni però alcune situazioni sono venute a “cercarci”: in vario modo, da strade più o meno inaspettate, diverse persone hanno chiesto di essere accolte. Non solo minori, ma anche persone adulte che avevano bisogno di una famiglia con cui condividere la vita, o che comunque cercavano un luogo dal calore familiare con il sapore della normalità.
Lo Spirito ci ha fatto il regalo di poter accogliere nella nostra canonica sia persone adulte che vivevano momenti di difficoltà nella loro vita sia bambini e ragazzi che ci venivano affidati dai servizi sociali. Lo stile che offriamo e quello della vita familiare. Senza nessuna particolarità. Chiaramente, per quanto riguarda i minori siamo sempre e continuamente in contatto con i servizi sociali del territorio.
Ma oltre a persone adulte o minori abbiamo accolto anche studenti, ragazzi stranieri per brevi periodi, e ultimamente anche dei volontari che si vogliono impegnare nella pastorale giovanile. Anche questi dono dello Spirito perché poi sono a disposizione della comunità tutta per l’animazione della pastorale giovanile. Giovani che, vivendo autonomamente, si vogliono impegnare “come missionari” nella pastorale giovanile.
I frutti di questo stile di vita, in cui fa parte anche l’accoglienza, li vediamo nel gran bene che ha portato e sta portando alla nostra vita di fraternità. Vivere a disposizione dello Spirito, potendo mettere a disposizione le poche cose che noi abbiamo, ci rende felici; e per poche cose non intendiamo solo e soltanto cose materiali, ma proprio la bellezza e la ricchezza di chi vede nella diversità un arricchimento reciproco, di chi vede nella persona che ti chiede ospitalità il volto di Cristo che si fa presente. Questo noi crediamo sia la missione propria di ogni cristiano, della Chiesa tutta e nello specifico del sacramento del matrimonio e dell’ordine, pensati per essere portatori della comunione di Cristo.
Le difficoltà sono quelle del quotidiano, quando ti é chiesto di fare spazio, talvolta di servire e accompagnare, chi è diverso da te; ma i frutti e i doni che si ricevono scommettendo su uno stile di comunione e condivisione, superano sempre di gran lunga le fatiche che si vedono ad un “primo sguardo “.
Chiaramente la nostra vita di fraternità non è solo questo, ma l’accoglienza é diventata una parte molto significativa e sicuramente un frutto molto bello della nostra scelta di vita.
Crediamo che le persone che sono state accolte abbiano avuto la possibilità di vivere un periodo, più o meno lungo, molto positivo per la loro vita.
Tutti i minori che abbiamo incontrato, che abbiamo accolto hanno vissuto momenti, tempi, periodi, anni, molto positivi che sicuramente li hanno segnati e di questo rimarrà traccia nella loro crescita e nella loro storia.
Gli adulti che sono stati accolti, se ne sono andati ringraziando per questa possibilità che il Signore aveva dato loro.
I volontari stanno vivendo una esperienza che risponde alla loro scelta di vita, ma anche molto utile alla vita della nostra parrocchia.
La comunità parrocchiale e la comunità civile del nostro paese non danno grande risalto a questa esperienza, anche se per tutti è evidente lo stile familiare della parrocchia.
Forse per alcuni di loro è diventato “normalità “, come lo è per noi. Sicuramente una realtà concreta in cui la famiglia è reale e la realtà più bella della famiglia è quella di fare figli. E noi in questi 12 anni di convivenza di figli ne abbiamo visti veramente tanti e di tante età. A lode di Dio.
Samuele, Alessandra, don Maurizio