Emanuela e Nicola, milanesi, hanno vissuto un’esperienza di fraternità e missione a Km0 presso la parrocchia Pentecoste a Milano prima di trasferirsi ad Alba in Piemonte. Nella loro nuova cittadina si è poi costruita la possibilità di una nuova partenza “a Km0”: abiteranno con i loro due bambini nella Casa di Accoglienza di via Santa Barbara della Parrocchia albese di Cristo Re, proseguendone l’opera di prossimità e di pastorale della carità. Con loro inizierà un’esperienza di vita comunitaria anche Elisabetta, capo scout e giovane professionista, che si occuperà di progetti con ragazzi e giovani-adulti del territorio.
In questo passaggio “da missione a missione”, il gruppo famiglie missionarie a Km0 della diocesi ambrosiana è stato uno spazio di elaborazione, confronto, di discernimento e, infine, di scelta. Soprattutto è rimasto un luogo di grande amicizia tra famiglie.
DALLO SCAUTISMO ALLA PARROCCHIA | QUINDICI ANNI DI FRATERNITA’ MISSIONARIA ALLA PARROCCHIA PENTECOSTE
“Quando siamo arrivati ad Alba nel 2014 avevamo ancora negli occhi e nel cuore l’esperienza di “missione a Km0” presso una parrocchia del quartiere Quarto Oggiaro a Milano. Qui da quindici anni si è scelto di affiancare al parroco la presenza di una famiglia residente nella casa parrocchiale. Abitando ognuno in un proprio appartamento si condividono la progettazione pastorale e momenti di vita fraterna, di preghiera comune, di ascolto della parola, di convivialità. Nei due anni trascorsi alla parrocchia Pentecoste (un nome non casuale!) è cresciuta in noi l’immagine di una Chiesa accogliente, fraterna, missionaria che sa essere un riferimento per il quartiere, soprattutto per le relazioni che offre anche a chi è più lontano dalla vita della comunità, piuttosto che per gli spazi di cui è dotata o le attività che propone.
Una chiesa-lievito che mette al centro un’esperienza di fraternità tra vocazione diverse -quella al presbiterato e quella al matrimonio- dove i carismi si sostengono a vicenda, si “scambiano”, si testimonia a vicenda il “per sempre” della propria vocazione. Insieme, ci si mette a servizio della comunità. Da questa esperienza nasce la possibilità e la forza per accogliere gli altri e soprattutto l’umanità talvolta sofferente che si può incontrare in periferia.
Quando alcuni amici ci hanno parlato della casa di accoglienza di via Santa Barbara ad Alba, subito è risuonato in noi molto di ciò che avevamo già vissuto.
La casa di accoglienza si trova in mezzo al quartiere, in una via discreta, senza distinguersi tra gli altri edifici, quasi a ricordare che i gesti di prossimità non hanno bisogno di manifesti pubblicitari, targhe e striscioni. È invece uno stile di vita che abita la nostra quotidianità a partire dall’incontro col vicino di casa davanti all’ascensore o uscendo allo stesso orario per andare al lavoro.
Potremmo descrivere la vita nella casa come il frutto dell’incontro tra molte storie: quelle degli ospiti, spesso di diversa provenienza, lingua e cultura; quelle dei volontari; quelle di chi passa per rivolgersi al Centro d’Ascolto Caritas che è ospitato al piano terra; non ultima, quella della parrocchia di Cristo Re che oggi, come diciotto anni fa, prosegue nell’opera di accoglienza.
Questo angolo così particolare della città, ci è sembrato subito un luogo evangelico. Non perché regni sempre l’armonia ma, al contrario, perché è un luogo in cui emerge tutta l’umanità di chi ci vive: la fatica di convivere, di aiutarsi a vicenda, di dover dire dei no quando le aspettative degli ospiti non possono essere esaudite; e, dall’altra parte, l’impegno nel rialzarsi dalle difficoltà e nell’affrontare con coraggio una nuova vita, lo sforzo di ricostruire un nuovo equilibrio. […]
In questa nuova avventura non saremo soli. Uno degli appartamenti sarà abitato da Elisabetta, una giovane albese che condividerà con noi la vita nella casa, alcuni momenti di riflessione sui temi dell’accoglienza, della prossimità e un percorso di preghiera comune. Ci accoglieremo a vicenda, per poter accogliere.” Continua a leggere l’articolo>>
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