Primo incontro del gruppo dopo il Convegno di Settembre : abbiamo ripreso gli interventi del Convegno ed in particolare quello di mons. Martinelli, provando ad osservare come e se la Chiesa sa ringiovanire. Siamo partita dal paradosso che è proposto nella lettera del Papa Iuvenescit Ecclesia: la Chiesa ringiovanisce…se i carismi maturano.
All’incontro sono presenti le famiglie missionarie a Km0 della Diocesi di Milano, una famiglia dalla diocesi di Como, una della diocesi di Torino, una della diocesi di Alba e una della diocesi di Bergamo.
Ci siamo posti alcune domande divisi in due gruppi, il gruppo di chi abita in un contesto fortemente urbano (Milano, Monza, Torino, Bergamo) e di chi abita in una dimensione di paese:
Dove vediamo segni di Dio? e dove la gente/gli altri/le comunità vedono segni di Dio?
Dove vedo segni di giovinezza della Chiesa?
Dove vedo segni di comunione dei carismi e dove invece, come Chiesa, facciamo ancora fatica?
GRUPPO URBANO:
Leggiamo come segni di giovinezza della Chiesa e di comunione dei carismi:
-il moltiplicarsi di occasioni di accesso alla vita della comunità, il cambiamento d’epoca che viviamo non è negativo ma occasione di fare scelte grosse e diverse dal passato recente (famiglia in parrocchia, accoglienza negli spazi della parrocchia. ..etc..). La parola chiave che ci viene in mente è “osare”.
Fatiche: La parola chiave che ci viene in mente è “scardinare”
…scardinare idea di “parrocchia luogo di servizi” per una parrocchia luogo di vita
…scardinare il “si è sempre fatto così” per fare scelte nuove.
Leggiamo come fatiche nella comunione dei carismi:
– la difficoltà di alcuni preti a concepire le famiglie e non più solo dei “single che collaborano” in parrocchia,
– la difficoltà per la “famiglia in parrocchia” ad avere incarichi quando arriva: precludono possibilità e rischiano di obbligare ad indossare la “tunica di un incarico” invece di essere semplicemente cristiani e presenza, tuttavia c’è rischio che non avere un incarico specifico porti la famiglia a ritagliarsi un ruolo su misura col rischio di perdersi (siamo “obbligati” ad una maggiore responsabilità).
GRUPPO PAESI:
Leggiamo come segni di Dio:
– come alcune relazioni crescono nel tempo: il gruppo famiglie missionarie, alcune relazioni che diventano profonde e significative in parrocchia, le relazioni inaspettate (i manutentori, i genitori della scuole o del catechismo, le signore della parrocchia,….)
– la risposta affettiva che in alcuni momenti arriva dalla comunità, non cambiamenti organizzativi o progetti realizzati con successo, ma un “ritorno umano” sul piano della familiarità e dei sentimenti. Sono risposte nella dimensione della “comunione”.
Fatiche:
– Noi vorremmo vedere certi segni, vivendo in parrocchia via via ci facciamo aspettative su ciò che dovremmo generare o far accadere e invece magari la comunità ci risponde attraverso segni diversi dall’atteso, segni che dobbiamo imparare ed essere pronti a leggere.
Il gruppo famiglie missionarie a Km0 deve essere un aiuto a leggere questi segni anche perché sono segni che, in modo particolare perché “inattesi”, spesso ci chiedono di metterci in discussione, in ascolto, di lasciare spazio all’altro, di saper attendere quando invece noi vorremmo essere operativi.
Leggiamo come segni di giovinezza:
– le situazioni di fraternità attorno a noi ma fuori dalle dimensioni e i luoghi classici (es.gruppi parrocchiali) in contesti più liberi, trasversali e inclusivi.
– il sagrato come luogo dove diventa significativo lo stare insieme, il perdere tempo, senza “fare”, dove emergono carismi diversi e nuovi.
Questi sono segni di una comunione “fuori dagli schemi”.
…e noi…siamo un segno?????