Alcuni appunti dalla riflessione proposta da suor Enrica Bonino all’incontro di giugno 2023 delle Famiglie Missionarie a Km0. Con Pietro e Cornelio rileggiamo la nostra capacità di “essere benedizione”. E’ stata anche l’occasione per presentare e festeggiare le famiglie che sono in trasloco quest’estate. Dal 2023 tutte le sette zone pastorali della diocesi avranno un’esperienza avviata. Un grazie particolare è andato ai Vicari di Zona che ci hanno accompagnato in questi anni.
Il contesto:
una comunità con dei confini precisi e cioè il popolo eletto, i pagani ovvero quelli che sono nel rapporto con il Signore e quelli che ne sono lontani e in fondo la pretesa di contare per qualcuno “appartengo al popolo di Dio”.
Le scelte di Dio hanno un altro orizzonte…attenzione ad entrare nella facile mentalità: “io sono del popolo di Dio, sono bravo/a perché accetto tutti e so che Dio non fa preferenze di persone, infatti in parrocchia c’è…faccio, facciamo” Non è una prospettiva moraleggiante. Entraraimo in un’altra logica: nella Bibbia si nasce creature e si diventa figli con un cammino profondo.
Veniamo da una storia complessa: in origine c’è l’amore di Dio e poi c’è il peccato che è il nostro alzare le barriere, dare delle definizioni…a partire da Caino. E Dio interviene sempre in modo non lineare: sterili che rimangono incinta (Abramo e Sara), la comunità dei discepoli che è incompiuta…rimangono in 11 e devono cercarne un altro…ecc. e Dio cerca sempre di far allargare la benedizione. Il popolo di Israele da cui discendiamo non è altro che un “laboratorio” da cui far decollare la benedizione a tutta l’umanità, a maggior ragione con la venuta di Gesù.
La riflessione:
Un orizzonte ampio in cui gli schemi mentali del popolo sono sconvolti dall’intervento del Signore.
Pietro nella scena reagisce da buon praticante ma è chiamato a vivere un processo di conversione. L’episodio si ripete tre volte: tre è il numero della totalità, di qualcosa che va sempre riproposto perché è di validità permanente infatti la comunità cristiana deve acquisire sempre nuovamente che Dio ha superato le divisioni e che tutto esce buono e bello dalle mani di Dio.
Pietro si interroga, non ha tutto chiaro: il dubbio e la perplessità fanno parte di un’autentica esperienza religiosa. Arrivano i pagani e Pietro da’ loro ospitalità, li ascolta, si ferma con loro e non a caso nella casa di Simone, il conciatore. Quello è un luogo dove possono entrare tutti perché lì l’osservanza delle regole non ha il primato, se vogliamo è un luogo un po’ squalificato ma proprio per questo si possono ricevere persone che altrove starebbero fuori dalla porta.
Pietro ha il dono da parte di Dio di aprire le porte, è una costante. Pietro è l’uomo che infrange le barriere, in quanto però è uno strumento del Signore. Tutto il cap 10 è dominato dall’azione di Dio e al centro c’è il nome di Gesù:” Chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome” (Atti 10,43) Pietro mette a disposizione degli altri le proprie competenze (fondamentale in un gruppo) e la sua è quella di riuscire a sintonizzarsi con i criteri di Dio.
Altri spunti:
Annunciare la buona novella
“36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti” è Gesù che proclama la pace come Signore di tutti ed è qs che Pietro ha sperimentato nell’incontro con il Risorto e nella Pentecoste ed ora si rende conto che l’esperienza che ha fatto il Signore la offre a tutti. Per questo può togliere la barriera tra sé e gli altri e dar vita a un’unica comunità.
In questa scena c’è molta gente: Cornelio, i suoi parenti, gli amici, i convenuti, Pietro e chi l’ha seguito, dunque non è un incontro segreto, tra capi, non nasce così la svolta nella Chiesa ma da persone che si incontrano, che fanno un’esperienza comune, che cercano di comprendere con umiltà ciò che sta accadendo: è una storia di due piccoli gruppi di persone e il Risorto agisce così.
La pace e la salvezza però sia per Cornelio che per Pietro non piovono dall’alto: c’è un cammino di preparazione, c’è un itinerario di avvicinamento. Cornelio segue la preghiera, l’attenzione ai poveri e per Pietro si esprime attraverso il mantenersi fedele alle abitudini della gente devota, accetta di essere ospite di una persona umile ed emarginata. Ma è chiaro che l’azione di Dio non è il risultato del loro impegno…infatti si parla di Spirito santo che scende su Pietro ma questo non lo esime dal fare la sua parte. C’è una responsabilità che è personale e che dev’essere messa in gioco.
Chi ospita si espone a dei rischi
Per la Chiesa giudeo cristiana accettare i pagani nel proprio seno senza “giudaizzarli”, in concreto ha significato morire per loro perché essi sono entrati nella comunità cristiana, l’hanno occupata e a un certo momento hanno spodestato quelli che c’erano già…arriveranno a dire che la chiesa madre è quella di Roma e non quella di Gerusalemme.
Così com’era gratuita l’elezione di Israele che non aveva nessun motivo per essere eletto (Dt 7,7) – era il più piccolo tra i popoli ed aveva la testa dura, adesso la libertà di Dio si esprime nel chiamare tutti: questo crea scandalo in chi si era fatto il nido nell’essere eletto. Quando ciò che è dono, diventa un nostro possesso, allora cominciano i problemi!!!
Per il pagano, come per Israele è necessario un cammino che lo renda capace di accogliere il dono, non certo per meritarlo. Timore di Dio e prassi della giustizia dispongono a ricevere l’elezione.
Per la mia vita personale e per come servizio di famiglia Km0:
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- Cosa è essenziale nel mio rapporto con il Signore? Cosa è relativo?
- Come allargo la benedizione? Dove? Per es. quanto e come aiuto il gruppo ad allargare i carismi nel gruppo
- Quanto accolgo le istanze e intuizioni degli altri e le accolgo come una benedizione?
- Quanto mi faccio benedizione per gli altri, mettendo i miei talenti al servizio di tutti?
- Quali dei miei talenti sono in questo momento una benedizione per il gruppo?
- Quanto invece sono disponibile a lasciare spazio perché anche gli altri “si facciano benedizione” per tutti?
- Come la restringo? Dove? Per es. quanto e come sono ancorato alle mie idee e al mio ruolo nel gruppo? Quanto accolgo le istanze e intuizioni degli altri e le accolgo come una benedizione?