Alcuni appunti dalla riflessione proposta da suor Enrica Bonino all’incontro di giugno 2023 delle Famiglie Missionarie a Km0. Con Pietro e Cornelio rileggiamo la nostra capacità di “essere benedizione”. E’ stata anche l’occasione per presentare e festeggiare le famiglie che sono in trasloco quest’estate. Dal 2023 tutte le sette zone pastorali della diocesi avranno un’esperienza avviata. Un grazie particolare è andato ai Vicari di Zona che ci hanno accompagnato in questi anni.
Dagli Atti degli Apostoli
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Atti 10,1-48
1 C’era in Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte Italica, 2 uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. 3 Un giorno verso le tre del pomeriggio vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». 4 Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio. 5 E ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone detto anche Pietro. 6 Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui casa è sulla riva del mare». 7 Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un pio soldato fra i suoi attendenti e, 8 spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa.
9 Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare. 10 Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. 11 Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi. 12 In essa c’era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo. 13 Allora risuonò una voce che gli diceva: «Alzati, Pietro, uccidi e mangia!». 14 Ma Pietro rispose: «No davvero, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo». 15 E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano». 16 Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato al cielo. 17 Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e sé che cosa significasse ciò che aveva visto, gli uomini inviati da Cornelio, dopo aver domandato della casa di Simone, si fermarono all’ingresso. 18 Chiamarono e chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiava colà. 19 Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano; 20 alzati, scendi e va’ con loro senza esitazione, perché io li ho mandati». 21 Pietro scese incontro agli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?». 22 Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutto il popolo dei Giudei, è stato avvertito da un angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascoltare ciò che hai da dirgli». 23 Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono. 24 Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi. 25 Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. 26 Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch’io sono un uomo!». 27 Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: 28 «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. 29 Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto venire?». 30 Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest’ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste 31 e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e ricordate le tue elemosine davanti a Dio. 32 Manda dunque a Giaffa e fa’ venire Simone chiamato anche Pietro; egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare. 33 Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».
34 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, 35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. 36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. 37 Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; 38 cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. 39 E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, 40 ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, 41 non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 42 E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. 43 Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».
44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. 45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; 46 li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. 47 Allora Pietro disse: «Forse che si può proibire che siano battezzati con l’acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?». 48 E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
Il contesto:
una comunità con dei confini precisi e cioè il popolo eletto, i pagani ovvero quelli che sono nel rapporto con il Signore e quelli che ne sono lontani e in fondo la pretesa di contare per qualcuno “appartengo al popolo di Dio”.
Le scelte di Dio hanno un altro orizzonte…attenzione ad entrare nella facile mentalità: “io sono del popolo di Dio, sono bravo/a perché accetto tutti e so che Dio non fa preferenze di persone, infatti in parrocchia c’è…faccio, facciamo” Non è una prospettiva moraleggiante. Entraraimo in un’altra logica: nella Bibbia si nasce creature e si diventa figli con un cammino profondo.
Veniamo da una storia complessa: in origine c’è l’amore di Dio e poi c’è il peccato che è il nostro alzare le barriere, dare delle definizioni…a partire da Caino. E Dio interviene sempre in modo non lineare: sterili che rimangono incinta (Abramo e Sara), la comunità dei discepoli che è incompiuta…rimangono in 11 e devono cercarne un altro…ecc. e Dio cerca sempre di far allargare la benedizione. Il popolo di Israele da cui discendiamo non è altro che un “laboratorio” da cui far decollare la benedizione a tutta l’umanità, a maggior ragione con la venuta di Gesù.
La riflessione:
Un orizzonte ampio in cui gli schemi mentali del popolo sono sconvolti dall’intervento del Signore.
Pietro nella scena reagisce da buon praticante ma è chiamato a vivere un processo di conversione. L’episodio si ripete tre volte: tre è il numero della totalità, di qualcosa che va sempre riproposto perché è di validità permanente infatti la comunità cristiana deve acquisire sempre nuovamente che Dio ha superato le divisioni e che tutto esce buono e bello dalle mani di Dio.
Pietro si interroga, non ha tutto chiaro: il dubbio e la perplessità fanno parte di un’autentica esperienza religiosa. Arrivano i pagani e Pietro da’ loro ospitalità, li ascolta, si ferma con loro e non a caso nella casa di Simone, il conciatore. Quello è un luogo dove possono entrare tutti perché lì l’osservanza delle regole non ha il primato, se vogliamo è un luogo un po’ squalificato ma proprio per questo si possono ricevere persone che altrove starebbero fuori dalla porta.
Pietro ha il dono da parte di Dio di aprire le porte, è una costante. Pietro è l’uomo che infrange le barriere, in quanto però è uno strumento del Signore. Tutto il cap 10 è dominato dall’azione di Dio e al centro c’è il nome di Gesù:” Chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome” (Atti 10,43) Pietro mette a disposizione degli altri le proprie competenze (fondamentale in un gruppo) e la sua è quella di riuscire a sintonizzarsi con i criteri di Dio.
Altri spunti:
Annunciare la buona novella
“36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti” è Gesù che proclama la pace come Signore di tutti ed è qs che Pietro ha sperimentato nell’incontro con il Risorto e nella Pentecoste ed ora si rende conto che l’esperienza che ha fatto il Signore la offre a tutti. Per questo può togliere la barriera tra sé e gli altri e dar vita a un’unica comunità.
In questa scena c’è molta gente: Cornelio, i suoi parenti, gli amici, i convenuti, Pietro e chi l’ha seguito, dunque non è un incontro segreto, tra capi, non nasce così la svolta nella Chiesa ma da persone che si incontrano, che fanno un’esperienza comune, che cercano di comprendere con umiltà ciò che sta accadendo: è una storia di due piccoli gruppi di persone e il Risorto agisce così.
La pace e la salvezza però sia per Cornelio che per Pietro non piovono dall’alto: c’è un cammino di preparazione, c’è un itinerario di avvicinamento. Cornelio segue la preghiera, l’attenzione ai poveri e per Pietro si esprime attraverso il mantenersi fedele alle abitudini della gente devota, accetta di essere ospite di una persona umile ed emarginata. Ma è chiaro che l’azione di Dio non è il risultato del loro impegno…infatti si parla di Spirito santo che scende su Pietro ma questo non lo esime dal fare la sua parte. C’è una responsabilità che è personale e che dev’essere messa in gioco.
Chi ospita si espone a dei rischi
Per la Chiesa giudeo cristiana accettare i pagani nel proprio seno senza “giudaizzarli”, in concreto ha significato morire per loro perché essi sono entrati nella comunità cristiana, l’hanno occupata e a un certo momento hanno spodestato quelli che c’erano già…arriveranno a dire che la chiesa madre è quella di Roma e non quella di Gerusalemme.
Così com’era gratuita l’elezione di Israele che non aveva nessun motivo per essere eletto (Dt 7,7) – era il più piccolo tra i popoli ed aveva la testa dura, adesso la libertà di Dio si esprime nel chiamare tutti: questo crea scandalo in chi si era fatto il nido nell’essere eletto. Quando ciò che è dono, diventa un nostro possesso, allora cominciano i problemi!!!
Per il pagano, come per Israele è necessario un cammino che lo renda capace di accogliere il dono, non certo per meritarlo. Timore di Dio e prassi della giustizia dispongono a ricevere l’elezione.
Per la mia vita personale e per come servizio di famiglia Km0:
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- Cosa è essenziale nel mio rapporto con il Signore? Cosa è relativo?
- Come allargo la benedizione? Dove? Per es. quanto e come aiuto il gruppo ad allargare i carismi nel gruppo
- Quanto accolgo le istanze e intuizioni degli altri e le accolgo come una benedizione?
- Quanto mi faccio benedizione per gli altri, mettendo i miei talenti al servizio di tutti?
- Quali dei miei talenti sono in questo momento una benedizione per il gruppo?
- Quanto invece sono disponibile a lasciare spazio perché anche gli altri “si facciano benedizione” per tutti?
- Come la restringo? Dove? Per es. quanto e come sono ancorato alle mie idee e al mio ruolo nel gruppo? Quanto accolgo le istanze e intuizioni degli altri e le accolgo come una benedizione?