Il Card. Angelo Scola, in visita pastorale feriale al decanati di Bollate, si è soffermato sull’esperienza di ‘missione a Km0’ presso la chiesa sussidiaria di San Giuseppe Artigiano, dove Eugenio ed Elisabetta vivono dallo scorso Ottobre.
«Il primo modo per “uscire” è vivere così, attraverso il valore e il senso che la fede offre anche al gesto più semplice. Perché la giornata sia secondo il pensiero di Gesù, come raccomanda Massimo il Confessore, lo dobbiamo pensare contemporaneo a noi».L’invito è a percorrere tutte le vie dell’umano, «cosa, tuttavia, impossibile senza la vita di comunità»: «I due poli – libertà personale e comunità, io e noi – devono essere sperimentati insieme, perché una comunità che non fa fiorire la libertà non è autentica e una libertà che non partecipa della comunità si fa asfittica e narcisistica. La creatività viene da una fede vissuta con libertà e passione per l’insieme. L’alternativa a questo è il lamento e la depressione». Come a dire che l’“uscita” non è una strategia che si inventa a tavolino, proprio perché non esistono i lontani e tutti, in quanto umani, condividiamo le stesse esperienze di base, la vita, la morte, la differenza sessuale…
Si prosegue con le domande sull’interazione tra pastorale giovanile e familiare e sull’esperienza di una coppia fidei donum che vive nella canonica della chiesa sussidiaria di San Giuseppe e a cui è stata affidata l’animazione cristiana di un quartiere di Bollate:
«Ho subito apprezzato e approvato la scelta che avete intrapreso. È una novità feconda che credo dovrà essere incrementata. La Chiesa ha bisogno di ciascuno di noi. I fedeli laici non sono clienti, ma soggetti. Non si tratta solo della diminuzione dei preti». Un protagonismo sano da vivere anche in famiglia, vista come «soggetto di evangelizzazione, come è emerso dai due recenti Sinodi». Chiara la consegna: «La famiglia come chiesa domestica – espressione pur ripresa dal Concilio – è rimasta troppo sulla carta. Riunirsi in tre o quattro famiglie in una casa, dialogando a partire dal bisogno personale e concreto di chi partecipa e cercando di valutarlo secondo lo sguardo di Gesù, è la via per realizzare la Chiesa “in uscita”. Occorre basarsi su una trama di rapporti veri e belli nella comunità che regge, sorregge e, se necessario, corregge». Così si affrontano, indica il Cardinale, i problemi dell’educazione all’amore e alla sessualità e le difficoltà familiari: «La Chiesa accoglie tutti in un abbraccio di misericordia: non dobbiamo coprire i problemi, ma affrontarli con parresìa. Se tutti i gruppi familiari mettessero in moto un dinamismo di questo genere, l’uscita diventerebbe capillareAngel. Card A.Scola
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Le nostre parrocchie sono prevalentemente di antica tradizione: molto grosse per numero di fedeli e per patrimonio di fede. Solo alcune sono più recenti, in Comuni molto grandi. Proprio per questo motivo sentiamo la tensione tra tradizione e modernità. Oggi dobbiamo fare i conti con lo sviluppo post-moderno. A partire dalla tradizione la nostra comunità guarda con fiducia al futuro, ma ha bisogno di essere guidata verso nuove forme di evangelizzazione. Don Maurizio Pessina, decano di Bollate. Leggi l’intervista completa>>
SULL’ESPERIENZA A SAN GIUSEPPE ARTIGIANO>>