Dall’incontro con Suor Enrica Bonino, che da diversi anni collabora con la Parrocchia Pentecoste, e Padre Massimo Tozzo sj è nata l’intuizione  di darci un tempo di preghiera e di approfondimento spirituale. Una giornata in cui condividere le nostre esperienze in una dimensione più specificatamente spirituale.

Le guide:

enrica_boninoSuor Enrica Boninotorinese di nascita, fa parte della congregazione delle Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio, una congregazione dedicata  a sostenere e promuovere la speranza in questo mondo. Collabora in corsi di spiritualità ignaziana e da esercizi spirituali a coppie e singoli. Da diversi anni segue in modo particolare percorsi per coppie e gruppi familiari sia a livello parrocchiale, sia presso case di spiritualità tra cui il Santuario di spiritualità domestica di Boves (CN). Collabora con la Parrocchia pentecoste a Milano Quarto Oggiaro. Lavora come coordinatrice in un centro educativo per ragazzi nella periferia milanese. Leggi l’articolo su la nuova bussola quotidiana>>

 

massimo tozzo_Pagina_2.jpgMassimo Tozzo sj, padre Gesuita,  è il coordinatore territoriale per il Nord Ovest dell’apostolato degli esercizi spirituali; dopo un lungo soggiorno a Roma, vive a Milano nella comunità di Villapizzone (comunità di famiglie e di una piccola comunità di gesuiti). E’ guida di esercizi spirituali e propone  percorsi per coppie legati alla spiritualità ignaziana  collaborando con il santuario s. Antonio in Boves (CN)  ed altri centri di spiritualità domestica.

 


L’icona biblica:

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Abramo e i tre angeli – M.Chagall

La tenda è , per Abramo, il luogo della relazione, dove nasce e germoglia l’accoglienza, la solidarietà, l’incontro, il dialogo. Un luogo di tutti gli uomini e di tutte le donne, perché le relazioni, spesso senza volerlo, accadono, ci sono e segnano profondamente la vita di ognuno. Ma la tenda è anche “luogo teologico” del credente perché lì, in quello spazio di relazioni di vita, Dio si manifesta e assume un volto riconoscibile.” U. Bovani (Santuario Spiritualità domestica di Boves) all’incontro Le relazioni come orizzonte di vita.

Abramo e Sara, coppia e ‘figura plurale’:

«La prima verità è questa. La vita plurale, l’essere due, non è per nulla una condizione scontata. Non si tratta di accostare due vite, non si tratta di sommare due storie, perché la pluralità non è la somma di nulla ma è una condizione, forse uno stato di vita, con una propria specifica identità e quindi con proprie priorità, con regole che la definiscono e la fondano. Sia ben chiaro, regole che non schiacciano l’individualità, anzi. Regole che in sé presuppongono la pienezza del singolo nella sua individualità.
Potremmo dire che la figura plurale gode di una originalissima autosufficienza. È figura generativa di vita, di progetti, di attese, ma nello stesso tempo basta a se stessa, non ha bisogno di altro perché in sé custodisce l’essenziale, tutto il resto c’è, ma potrebbe anche non esserci. Si dice che in alcune culture antiche due soli numeri si qualificavano come tali: l’uno e il due… tutto il resto veniva di conseguenza». Da “I COLORI DELLA CARNE”, di Maria Grazia Prandino e Umberto Bovani