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Eugenio ed Elisabetta di Giovine il 9 Novembre hanno presentato l’esperienza delle famiglie missionarie a Km0 al Capitolo Generale dell’ Ordine Francescano Secolare a cui appartengono. Qui la relazione la traduzione nelle principali lingue europee con una preziosa sintesi della realtà delle famiglie missionarie a Km0 ma anche alcune riflessioni a partire dal carisma francescano. La Chiesa ringiovanisce, se i carismi maturano e scoprono vie nuovi per mettersi a servizio di una Chiesa sempre più materna, fraterna e missionaria.
Valori come la formazione, lo sforzo condiviso, il lavoro di gruppo, il dinamismo, l’equilibrio, il valore, la solidarietà,la tenacia, il buon senso, l’integrazione o la diversità, servono per definire la fraternità che desideriamo, locale e globale allo stesso tempo. (dal comunicato stampa del Capitolo Generale>>)
Il tempo ci sta pian piano consegnando alcuni esiti: la famiglia, vivendo il quartiere, ha occasioni di annuncio del Vangelo e punti di osservazione del territorio che il prete non vive: a scuola, nei luoghi dello sport, al parco giochi; le comunità parrocchiali sperimentano la ricchezza di questa nuova formula pastorale che aiuta a immaginare una Chiesa sempre più ministeriale; fa crescere il ruolo e la partecipazione dei laici e delle famiglie nella vita parrocchiale; invita a fare della parrocchia un luogo di relazione piuttosto che di erogazione/fruizione di servizi; la presenza della famiglia aiuta i preti a immaginare una parrocchia a misura di famiglia, che tenga conto dei ritmi reali e delle domande che essa pone. I preti, soprattutto nei contesti urbani più periferici, possono condividere l’azione pastorale e le difficoltà nell’incontrare un’umanità indifferente, sofferente, talvolta anche degradata; la famiglia residente permette di mantenere una presenza viva e di Chiesa anche nelle parrocchie senza prete residente. PDF>>>
Time is slowly yielding some successes: living in the neighborhood, the family has opportunities to proclaim the Gospel and have various perspectives of the territory where the priest doesn’t go: the schools, the sports arenas, playgrounds; and the parish community has an experience of the wealth of this new pastoral technique which helps present an image of a Church that is increasingly ministerial; it helps promote the role and participation of the laity and families in parish life; it invites the people to make the parish a place of relationship rather than one of performing services; the presence of the family helps the priest to imagine a family-friendly parish that takes into consideration real rhythms and the demands it makes. Especially in the more marginalized urban contexts, they can share pastoral activities and the difficulties in meeting an indifferent, suffering, at times degraded, humanity; the resident family allows them to have a living presence and makes the Church present even in parishes without priests. PDF>>
El tiempo lentamente nos está entregando ciertos resultados: la familia, con su vida en el barrio, tiene oportunidades que un cura no tiene de anunciar el Evangelio y de observar el territorio : en la escuela, en las instalaciones deportivas, el patio de recreo; las comunidades parroquiales experimentan la riqueza de esta nueva fórmula pastoral que ayuda a imaginar una Iglesia cada vez más ministerial; aumenta el rol y la participación de los laicos y las familias en la vida parroquial; invita a hacer de la parroquia un lugar de relación en lugar de la provisión/uso de servicios; la presencia de la familia ayuda a sacerdotes a imaginar una parroquia construida para familias, teniendo en cuenta los ritmos reales y las cuestiones que plantea. Los sacerdotes, sobre todo en los contextos urbanos periféricos, pueden compartir la acción pastoral y dificultades al encontrar una humanidad indiferente, dolorida, a veces incluso degradada; la familia residente permite mantener una presencia viva y de Iglesia incluso en las parroquias sin un sacerdote residente. PDF>>
Petit à petit le temps nous donne quelques réussites: la famille, en vivant dans le quartier, a des occasions d’annoncer l’Evangile et des points d’observation du secteur que le prêtre ne vit pas lui-même: à l’école, dans les lieux de sport, aux parc de jeux; les communautés paroissiales expérimentent la richesse de cette nouvelle formule pastorale qui aide à imaginer une Eglise toujours plus ministérielle; elle fait croître le rôle et la participation des laïcs et des familles dans la vie paroissiale; elle invite à faire de la paroisse un lieu de relations plutôt que d’octroi/bénéfice des services; la présence de la famille aide les prêtres à imaginer une paroisse à la mesure de la famille,
qui tienne compte des rythmes réels et des questions qu’elle pose. Les prêtres, surtout dans les contextes urbains les plus périphériques, peuvent partager l’action pastorale et les difficultés dans la rencontre d’une humanité indifférente, souffrante, et même peut-être dégradée; la famille résidente permet de maintenir une présence vivante et d’Eglise, même dans les paroisses sans prêtre résident. PDF>>