Chi è chiesto enstusiasmo missionario e la creatività di sperimentare strade pastorali nuove? o di stare dentro i binari di ciò che già conosciamo?
Raccogliamo di alcune riflessioni intercettate in questi ultimi giorni. Alcune nate dopo la pubblicazione del documento della Congregazione del Clero La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa, altre ancora sulla scia degli effetti della pandemia e del tempo di isolamento.
Non siamo “addetti ai lavori” ma, abbiamo condiviso una certa sensazione di disorientamento. E iniziato a scambiarci link e articoli di approfondimento. Stiamo andando verso il futuro o stiamo tornando verso il passato?
Qui alcune opinioni – volutamente in ordine sparso – senza pretesa di congruità o di completezza. Aggiungeremo magari altri link via via che il dibattito andà avanti…
L’intervista ad Angelo Scola, Prete da 50 anni su ChiesadiMilano.it>>
“Ora mi sembra che stiamo facendo un cammino a ritroso. Molti dicono che la Chiesa è indietro di tanti anni, io dico piuttosto che la Chiesa in Italia sta rischiando di tornare indietro, perché questa dialettica riemerge. In maniera magari più sottile, non così acrimoniosa come fu allora, però riemerge.”
Stella Morra, teologa del Centro Hurtado della Pontificia università Gregoriana, ospite del Festival biblico online: “La Chiesa e il virus dell’abitudine”
“Io credo che rispetto al governo delle chiesa non è un tema necessariamente negativo: è l’economia della casa. Si dovrà porre sempre di più la questione del rapporto tra governo e ministero ordinato. Per esempio oggi è necessario avere cos’ tante competenza specifiche che non è pensabile che una persona sola possa averle tutte. Non è un caso che Papa Francesco insista molto sul tema della sinodalità: immaginare dei governi più plurali. Ci possono essere autorità e competenze diverse. I Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici ne sono già un esempio. In un mondo complicato come il nostro, abbiamo capito che non si può far da soli.”
Il teologo don Asolan: «I laici in parrocchia? Missionari nel quotidiano, non finti parroci»
“Ha i suoi lati negativi anche l’idea di una parrocchia che non abbia confini, dove il legame sia condizionato dalla mobilità o dalle relazioni sociali. Quasi si prospetti una parrocchia “liquida” in una società liquida. «Vado dove mi conviene, dicono in molti. In Nord Europa ci sono ormai parrocchie per i soli giovani, altre dedicate alle iniziative culturali. Ma ancora prevale il criterio dei servizi o del sentimento. Siccome mi piace come predica un certo sacerdote, mi reco in quella parrocchia; siccome lì si fa catechismo in un determinato modo, allora la preferisco. Scelgo per comodità, non per senso di appartenenza».”
L’analisi di Umberto Rosario Del Giudice del documento della Congregazione del Clero>>
“Difficile mettere al centro il battesimo di tutti nella propria vocazione, donazione, competenza, responsabilità e semplicità? Ci vuole una guida ma urgono battezzati preparati. Ci vogliono battezzati ma c’è bisogno di guide esperte e aperte. Come è vero che i parroci non vanno sostituiti così è necessario che i laici non siano disconosciuti.
Tutto questo richiede la semplicità della maturità ecclesiale di tutti, laici, religiosi e chierici.”
Il commento del teologo Andrea Grillo dal blog “Come se non”>>
“Difficile mettere al centro il battesimo di tutti nella propria vocazione, donazione, competenza, responsabilità e semplicità? Ci vuole una guida ma urgono battezzati preparati. Ci vogliono battezzati ma c’è bisogno di guide esperte e aperte. Come è vero che i parroci non vanno sostituiti così è necessario che i laici non siano disconosciuti.
Tutto questo richiede la semplicità della maturità ecclesiale di tutti, laici, religiosi e chierici.”
La nuova bussola quotidiana: non c’è nessuna novità>>
“La nuova Istruzione della Congregazione del clero sulla conversione pastorale delle parrocchie è stata salutata da molti media come una svolta, per la partecipazione dei laici ai funerali e ai matrimoni. Ma in realtà nell’istruzione è contemplato solo quanto già in vigore, e l’intenzione dichiarata è invece quella di frenare certe libere interpretazioni.”
Il “giovane” Simone Varisco (1983) sul suo Caffèstoria sui rapporti tra il documento e la Chiesa di Germania>>
“Da questo punto di vista, in verità, la presentazione del documento redatta da mons. Andrea Ripa è molto chiara: lo scopo è cercare «di valorizzare ogni carisma e di preservare la Chiesa da alcune possibili derive, come “clericalizzare” i laici o “laicizzare” i chierici, o ancora fare dei diaconi permanenti dei “mezzi preti” o dei “super laici”». Tanto più che, come si precisa, «così come quelli del 1997 e del 2002, il presente documento non contiene “novità legislative”». Puntualizzazioni preziose, ma che in nulla hanno smorzato la spasmodica ricerca di scoop da parte dei novatori contemporanei.”
La croix international: Not worth the paper it’s written on>>
“New instruction on Catholic parishes is latest proof that it will be hard to wrest control from the clericalists.”