Balicanti è una comunità di famiglie a Canelli, nella diocesi di Acqui Terme. Un luogo in cui fare esperienza nella quotidianità di fraternità, preghiera, condivisione, confronto e ricerca spirituale. La comunità ospita giornate di spiritualità e di formazione, incontra gruppi e famiglie ed è in “dialogo pastorale” con la diocesi. Una di quelle “case che si fanno chiesa” … riferimenti sul territorio non inseriti ufficialmente nella rete parrocchiale ma contagiosi di Vangelo.
Con questa tappa piemontese continuiamo il viaggio attraverso le pagine del libro di G.Fazzini>> per scoprire come sono andate avanti le storie presentate, capitolo per capitolo.
Leggi la presentazione di Balicanti >>| L’articolo sulla Gazzetta di Asti>>
Leggi le storie delle altre case che si fanno chiesa>>
Il logo della comunità con tre segni di tazza di caffè che si incontrano.
E’ stato presentato in occasione del decennale della comunità
UN NUOVO TEMPO DI DISCERNIMENTO
Il 2019 si è aperto a gennaio con un ritiro con il gesuita Massimo Tozzo che ci ha aiutato a impostare le basi e i criteri per decidere se allargare l’esperienza a una quarta famiglia residente (che significa abbattere un capannone di 600mq per ricostruire oltre 450mq di spazi).
Per tutto l’anno poi abbiamo affrontato in autonomia un percorso di discernimento con Paola e Davide Accornero, la coppia con cui abbiamo sentito e coltivato il desiderio di unirci: Davide, con laurea triennale in ingegneria meccanica corilicoltore biologico per vocazione a Viarigi, il suo paese di origine tra Asti e Casale, sposato con Paola Buzzi medico del pronto soccorso di Asti, con i loro 3 figli, Serena (9 anni) Teresa (5), Francesco (2) e in attesa di due gemelle che nasceranno a Marzo 2021.
A gennaio 2020 (alla presenza di Massimo Tozzo) abbiamo confermato la direzione e deciso che la comunità di Balicanti diventa un’esperienza di 4 famiglie, di cui 3 residenti e una non ancora residente per motivi di spazi. Ora partiremo con i grandi lavori di ristrutturazione: demolizione capannone, rimozione amianto e ricostruzione per ottenere i nuovi spazi: un alloggio per la nuova famiglia, una camera per l’ospitalità breve e due ampi monolocali per ospitalità di più lunghi periodi, oltre un nuovo più ampio salone multifunzionale e gli indispensabili locali di sgombero per le necessità di tutta la comunità.
In tutto oltre 400.000€ che non abbiamo per intero, una parte saranno i nostri risparmi messi da parte, per iniziare apriremo un mutuo sperando di raggranellare briciola dopo briciola cammin facendo le restanti risorse necessarie (ci stiamo informando sulla possibilità di attivare un meccanismo di prestito tra amici e parenti perché ci sono attenzioni giuridico-fiscali di cui tenere conto su cui non troviamo grande chiarezza). Per ora abbiamo il progetto tecnico, partirà l’iter autorizzativo in Comune e speriamo nella prima parte del 2021 di poter partire con il cantiere.
UN TEMPO SOSPESO MA CONDIVISO
Per quanto riguarda il tempo del covid, questo delicato tempo di sospensione che siamo chiamati a vivere, ci siamo accorti sempre più di quanto sia importante per ciascuno abitare relazioni significative e sperimentare situazioni dove esercitare la necessità di comunicare e condividere i vissuti (nel nostro caso basta affacciarsi sul cortile per poter dialogare con gli amici, anche a distanza).
Molte persone in questo periodo ci hanno comunicato il loro sguardo sulla nostra esperienza, chiamandoci “fortunati”, “beati” perché facciamo comunità, per aver puntato su relazioni e spazi in comune che ci permettono anche nelle situazioni di crisi di moltiplicare possibilità, condividere gioie e tristezze, risparmiare, ottimizzare costi e risorse… avere i figli che non si sentono soli.
LA FRATERNITÀ E LA PAROLA
La fraternità è una dimensione che consente di attraversare anche le esperienze più dure in modo meno traumatico e disperante. L’abbiamo sperimentato anche con la grave malattia che ha colpito uno dei nostri figli, con le crisi lavorative o le scelte che cambiano la vita, con i lutti e i combattimenti spirituali che ognuno vive. Avere qualcuno accanto che ti sostiene, che non ti fa sentire solo non risolve il problema, non toglie la fatica, ma misteriosamente alleggerisce il giogo. Le condivisioni sulla Parola sono un grande aiuto: la Sua presenza si fa sempre più concreta ed è veramente “salvifica”, consolante, per usare una categoria di Sant’Ignazio negli esercizi spirituali. Anche la dimensione comunitaria acquista più forza, senza il Signore e la cura spirituale, ci si indebolisce e le tensioni, che esistono, sono macigni più pesanti.
NUOVI SPAZI PER LE DOMANDE DI SENSO
L’attuale periodo della pandemia ha inoltre riportato alla luce l’importanza di poter vivere il lutto, spesso negato dalle regole necessarie a contenere il contagio Una ferita per molte persone che non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai propri cari. Sull’elaborazione del lutto qualcuno di noi ha lavorato e sta lavorando molto e ora sentiamo nuovamente l’esigenza di affrontarla con proposte spirituali per chi vive questo passaggio ed è alla ricerca di spazi in cui poter parlare e pregare sull’esperienza della morte.
MOI ET TOI – BALICANTI “METTE CASA (ROTONDA)” IN BURKINA FASO,
Grazie a una donazione ricevuta, con il nostro “fratello” Oumaru (che da 5 anni abita nel bilocale di Balicanti) abbiamo avviato un nuovo progetto nella città in cui è nato e cresciuto in Burkina Faso. Moi et Toi(questo è il nome del progetto)è un luogo di incontro e di gioco per i bambini della periferia, con la presenza di alcune mamme e di un’educatrice. E’ uno spazio dove sono state costruite in modo ecosostenibile tre “case rotonde” con una tecnica particolare per realizzare la cupola, con mattoni di argilla cruda del posto costruiti appositamente. E’ un luogo dove hanno piantato alberi di papaia (per offrire frutta e ombra), allestito angoli per libri e giochi e dove pensiamo di avviare una catena di scambi internazionali e interculturali. Speriamo che sia un ponte di contatto e conoscenza con il Burkina Faso per incontri che aiutino a uscire dalla mentalità colonialista che ancora abita le menti.
INCONTRI
In questi ultimi due anni abbiamo conosciuto alcune persone particolarmente significative con cui c’è stata una bella sintonia da subito: don Mario Aversano (prete, parroco a Nichelino, counselor, responsabile della pastorale famigliare torinese) che abbiamo invitato a guidare una giornata di ritiro a Balicanti dal titolo “Prendersi cura del NOI” e che poi è tornato con un gruppo di famiglie; Rosa Il Grande di Torino, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa che dopo aver tenuto una giornata da noi (Desiderare Attendere Ritrovarsi: la sessualità nella coppia) ha trovato in Balicanti un “luogo d’incontro” dove una volta al mese dialoga con chi in zona le ha chiesto di proseguire il cammino personale. A luglio l’incontro con don Flaviano Timperi, il nuovo responsabile della pastorale per le famiglie della Diocesi di Acqui che ci ha voluto conoscere con l’intenzione di fare qualche pezzo di cammino con noi, “senza dover insegnare per forza qualcosa ma anzi ascoltando, volendo capire cosa vivono le famiglie” sapendo che a Balicanti può trovare dei fratelli e delle sorelle disponibili all’incontro, al cammino, e così portando qualcosa da offrire anche ad altre famiglie in ricerca.
IL DIALOGO CON LA DIOCESI
Per finire a settembre è venuto a farci visita il nuovo Vescovo di Acqui, Mons. Luigi Testore, che con nostro grande piacere ha colto con sensibilità e intelligenza gli aspetti della nostra esperienza, riconoscendola come radicata nella nostra Chiesa locale ed espressione di un modo ordinario e, a modo suo, radicale, di incarnare la tensione evangelica oggi. Senza eccessi e con convinzione.
PER UNA VITA IN PIENEZZA
Il lockdown ci ha bloccato, forse un giorno lo ringrazieremo perché ci ha dato una pausa per ragionare sugli sviluppi delle nostre vite, certamente al momento non ha indebolito l’esperienza di voler condividere ciò che di più prezioso abbiamo: il comune sentire del desiderio di una vita “bella, buona e beata”, una vita che può essere così solo con gli altri, non chiudendoci a chi sta fuori dalla nostra porta, compreso il Signore e la Sua Parola. Dircelo, viverlo, condividerlo con chi incontriamo è una grande gioia, nella diversità è sempre esplosione di energia nuova, nella sintonia è percepire lo Spirito che soffia. Fermarsi e vedere che quando tutto pare crollare si può sperimentare che la condivisione con i fratelli è una casa costruita sulla roccia che non rischia il crollo è profonda consolazione e fonte di speranza. Di questo ci ringraziamo, ringraziamo chi ci visita, chi -anche abitando distante- cammina con noi, le nostre comunità parrocchiali e diocesane, chiunque guardandoci ci dona il suo sguardo interessato e caloroso.
Grazie a tutti (anche a chi ha scritto questo libro, chi lo aggiorna, chi lo legge).